Fiamma Nirenstein Blog

Alla Chiesa i suoi Santi, agli ebrei il diritto di criticarli

sabato 16 gennaio 2010 Il Giornale 12 commenti
Il Giornale, 16 gennaio 2010

Tutta la polemica sulla visita del Papa in Sinagoga attiene al tema del dolore, della tragedia, della rabbia, della delusione e della sete di giustizia, ed è per questo una polemica ragguardevole. Ma non ha niente a che fare con la questione dei rapporti fra ebrei e cristiani: essi abitano altrove. È evidente che la visita di Benedetto XVI non può che essere utile a un’amicizia che ha molte ragioni per reggere, e molte ragioni, invece, per dubitare, dopo tante ferite, di farcela. La questione centrale del sospetto che Rav Laras, persona savia, integra ed ebraica come piace a me, esprime sulla bontà della visita è certamente quella della beatificazione, o santificazione, di Pio XII propugnata dal Papa. Un Papa che esalta le attitudini “eroiche” in Pio XII alla sua beatificazione rivendicherà l’imprimatur della visita in Sinagoga.

Ma gli ebrei non possono, non devono, non vogliono legittimare o delegittimare nessun santo. Noi non abbiamo santi, non nel senso cattolico; non crediamo ai santi, non fanno parte del nostro universo religioso. La Chiesa ha ogni e qualsiasi diritto sulla scelta dei suoi santi; però, noi abbiamo diritto al giudizio storico, discutibile come tutti i giudizi, su qualsiasi personaggio, anche se beato o santo. Nessuno si offenda, qui non ci sono vignettisti blasfemi, solo una civile discussione, dunque. Il dialogo fra gli ebrei e i cattolici non può intricarsi nella santificazione di chicchessia; e, nonostante da anni se ne parli per Pio XII, ha fatto grandi passi avanti dai tempi in cui Giovanni XXIII tolse l’aggettivo “perfidi” agli ebrei, e ancora più da quando Paolo VI schifò lo Stato d’Israele e i suoi leader. Giovanni Paolo oltre a chiamare gli ebrei “fratelli maggiori” (espressione tuttavia controversa, secondo alcuni raffinati critici come Sergio Minerbi), ha fatto una cosa fondamentale, innegabile: ha riconosciuto lo Stato d’Israele, e c’è andato con evidente emozione e amore. Benedetto XVI a sua volta è andato a Gerusalemme, e questo è ragguardevole, perché niente come riconoscere che gli ebrei sono un popolo attuale e non del passato è teologicamente più importante.

La Chiesa si è sempre ritenuto il Verus Israel. Invece no: il vero Israele è Israele, e quando un Papa ne dà conto calcandone la terra e stringendo la mano ai suoi dirigenti ebrei fa un gran bel passo. Qui abbiamo un Papa che questo passo l’ha fatto, ma che nella determinazione di segnare con paletti il confine della sua fede assediata dalla laicità, dall’Islam, dalla modernità e dal consumismo, alle volte si è mostrato un po’ frettoloso, se possiamo permetterci. È una caratteristica di carattere, diremmo, che nel caso del vescovo negazionista stupisce, a volte, nel caso della preghiera che promette di convertire gli ebrei, dispiace. In questi gesti non c’è abbastanza consequenzialità rispetto al fatto storico di aver incontrato l’Israele vivente. Perché bisogna ricordare che se i due Papi citati hanno fatto qualcosa per gli ebrei andando in Israele, anche Israele ha fatto qualcosa per loro. Speriamo di essere compresi: i cristiani preferiscono in genere, dato che i loro correligionari dell’area sono arabi, non menzionare il fatto che Israele ha ristabilito, dove la si era ormai dimenticata, la più piena libertà per tutti i cattolici e i cristiani del mondo di giungere a frotte sui loro luoghi santi, di gestirli, di spaziare senza censure, dalle sorgenti del Giordano al Mare di Tiberiade a Nazareth al Santo Sepolcro e in tutta la Città Vecchia. E inoltre mentre i cristiani fuggono da tutto il Medio Oriente, in Israele sono passati da 34mila nel 48 a 150mila al giorno d’oggi; se seguitano a calare a Betlemme, ciò avviene per persecuzioni religiose musulmane di stampo classico.

Questo Papa quando andò in visita in Israele non ne parlò, ripercorse dei sentieri piuttosto classici attribuendo a Israele tutta una serie di pesanti responsabilità e evitò di pronunciarsi sul grande pericolo esistenziale che Israele corre, l’Iran, Hamas... Però incitò ad abbandonare la violenza e si pronunciò contro il negazionismo. Così è fatto Ratzinger; e ora ci tiene a Pio XII. Ma questo oggi può influenzare il fatto che gli Ebrei con i loro figli Cristiani sono alleati di ferro perché hanno dato vita alla cosa più importante che abbiamo al giorno d’oggi, la concezione di una società di diritto in cui vigono i diritti umani e la democrazia?

Sbaglia il Foglio, giornale sempre interessante, quando dice che elezione e universalismo sono in contrasto: nell’ebraismo c’è tutta la base del moderno universalismo che fa gli uomini eguali. Solo, non c’è bisogno di farsi ebreo per accedere al giusto e al buono. Dunque non ricominciamo con l’evoluzionismo religioso, ha già fatto abbastanza danni. La Chiesa ha il diritto di essere se stessa, di fare i suoi santi secondo criteri che con l’ebraismo non hanno niente a che fare. Gli ebrei tuttavia hanno diritto a un giudizio storico severo. E severo lo è, perché anche se Pio XII agì per salvare alcuni gruppi, e anche a rischio della vita dei suoi, pure mancano dalla sua biografia quei gesti che un uomo compie quando nella strada buia si compie un omicidio, uno stupro, una violenza contro un bambino. Allora devi gridare.

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Giuseppe Trivisone , Salerno
 giovedì 12 agosto 2010  10:12:40

Un santo nel senso cattolico dovrebbe manifestare virtù eroiche ed un Vicario di Cristo avrebbe dovuto avere comportamenti degni di Cristo. Se in privato Pio XII protesse i singoli ebrei avrebbe dovuto urlare al mondo intero lo sdegno per quello che avveniva in Europaed opporvisi anche a costo del martirio. Invito tutti a leggere "Ebraismo" del teologo Hans Kung che racconta molto bene i fatti. Hanno ragione gli ebrei in questo caso. Da seguace del Rabbi Yoshua di Nazaret prego affinchè l'amicizia tra ebrei e cristiani cresca e si approfondisca dopo tanti secoli di pregiudizi reciproci. Shalom



Cosimo Nesca , Italia
 martedì 26 gennaio 2010  18:18:30

Lettera di invito per una cena da parte del Kiwanis International Club di Fermo:"Sarà una serata importante di amicizia e riflessioneperchè S.E. Mons. Cleto Bellucci, Arcivescovo Metropolita Emerito di Fermo intratterrà brevemente i presenti con un argomento di grande attualità: Cattolici ed Ebrei oggi. Dopo quanto ascoltiamo e vediamo nei mezzi di comunicazione, ci siamo resi conto che la situazione di convivenza tra queste due popolazioni è incadescente, difficile e spesso sfocia in atti di violenza reciproca.Anche i cattolici che vivono in Israele hanno vita difficile e si riducono progressivamente per la mancanza di leggi che li tuteli e di sicurezza. Forse però non conosciamo bene come si è creata questa situazione, che non conosce tregua da tanti anni, dopo che agli Ebrei, sparsi per il mondo, è stata concessa una porzione del territorio per il rientro." La lettera, in originale, e non ancora incorniciata è a tua disposizione.



Francesco I , Roma Italia
 lunedì 25 gennaio 2010  14:30:55

Vi inviterei, una volta, ad essere cauti e logici in questa questione, che vede, come me,molti cristiani a fianco degli ebrei e del popolo d'Israele, pronti a resistere alle falsità che provengono da molti fronti, politici, dell'UE, de l'Onu e dalla Sinistra in genere.Cauti, perchè dire il "silenzio" di Pio XII è un concetto astratto che non documenta niente e fa solo delle ipotesi. Tutti noi, amici dei fratelli ebrei, che conosciamo profondqmente la storia per averla (Nel mio caso) vissuta, sappiamo come avvenne l'ORDINE del Papa Pio XII, tramite l'organizzazione romana dei Principi della Chiesa, di accogliere, nascondere, alloggiare, alimentare, i nostri fratelli ebrei che sfuggivano alla persecuzione nazista. E' ovvio che i comandi non potessero avvenire in forma di documenti pubblici; come è arcinoto l'ordine impartito da Hitler di RAPIRE il Santo Padre, dato al Generale delle SS Wolf, perché si stava segretamente occupando di salvare gli ebrei dalle mani della Gestapo.Insomma, parlare del "silenzio" del Papa in quel contesto storico e con la presenza di quegli assassini sotto il portone di casa, non si tratta di viltà, ma di consapevolezza e senso di responsabilità, con il fine che, per salvare delle vite umane, sia cristiani che ebrei, bisognava agire solo con il prendere in giro quei "grucchi" assassini famelici dei tedeschi, facendo il loro giuoco di far finta di non sapere quello che stava avvenendo nei confronti degli ebrei, e nel frattempo, salvare loro la vita.



Ben Rossi , milano
 domenica 24 gennaio 2010  21:34:31

Carissima Fiamma, "L'ultima polemica sull'accusa di "silenzio" di Pio XII sulla Shoà.Si egli non protestò pubblicamente e clamorosamente,lo ammise lui stesso ma ordinò a chiese e conventi di accogliere e tenere al sicuro per mesi ed anni decine di migliaia di ebrei e non solo a Roma.Se avesse parlato sarebbe stato peggio.Esemplare il caso dell'Olanda:quando i vescovi olandesi protestarono fu catastrofe doppia,con decine di migliaia di nuovi internamente nei lager e nuove stragi.(la missiva che il pontefice voleva indirizzare a Hitler ne avrebbe uccisi ancora di più,secondo la stessa ammissione di Pio XII).E allora?Allora in sintesi qui due argomenti.Il primo è lo scritto di un giornalista e anche storico illustre.Paolo Mieli che nel libro"Le ragioni della storia."In difesa di Pio XII(edizioni Marsilio)dimostra con fatti,nomi e cifre che"la leggenda nera" contro PioXII è una "invenzione pazzesca"e "radicale capovolgimento di giudizio" pubblico di tutto il mondo,autorità e semplici cittadini,che dal 1945 al 1963avevano ringraziato PioXII per la sua azione.Secondo pensiero telegrafico.C'ero anchio,ancora bambino,a san Pietro,la domenica dopo la liberazione di Roma, piazza piena per ringraziare PioXII,con tantissimi fratelli ebrei,e anche tante bandiere rosse.(ho riportato quanto scritto dal giornalista Gianni Gennari.Spero comprenda la mia buona fede, e mi perdoni)



laura camis de fonseca , torino
 lunedì 18 gennaio 2010  10:32:20

Brava Fiamma. Abbiamo ancora tanta strada da fare. Stamane alcune mie collaboratrici piene di amore e di bontà verso gli altri sono arrivate tuttte entusiaste perchè il Papa ha detto agli Ebrei che bisogna volersi bene.. Che Papa buono! Sto ascoltando radio tre e mi indigno: c'è un imbecille che dice che l'unico paese che salvò gli Ebrei dai nazisti fu la Spagna cattolica - dove nazisti non misero mai piede! Non si rocorda invece la Bulgaria, che, con i nazisti in casa, osò difendere i propri Ebrei.



Marco , Italia
 domenica 17 gennaio 2010  19:53:25

PAPA WOJTYLA ...dai gradini del Vaticano alla Sinagoga Israelita a Roma... Vicino al Tevere, fiume storico sin dai tempi dei romani, oggi, Papa Ratzinger, ha fatto visita alla sinagoga israelita (dopo ventiquattro anni dalla visita di Papa Wojtyla, quel 13 aprile 1986). Questo monumento, è tempio storico che ricorda quel fatidico 17 gennaio 1793, ma ancor più è vicino la razzia degli ebrei di Roma da parte dei nazisti, il 16 ottobre 1943. Per le vittime e i superstiti della Shoah, apriamo i nostri cuori, in modo che anche i giovani possano comprendere che la storia non va dimenticata, anzi, deve essere sempre analizzata ed approfondita. Il futuro si sta scrivendo proprio in questo momento e non cesserà di essere scritto grazie a tutti coloro che si impegneranno nel riconoscere che l'antisemitismo è stato e sarà sempre, un peccato degli uomini contro altri uomini : Un filo conduttore che ci lega per sempre perchè è questa la storia, da Caino e Abele ai giorni nostri. Un cammino che deve condurre nella terra promessa perchè così è stato scritto. Una terra fatta per tutti gli uomini di buona volontà, costruttori di pace e per questo chiamati figli di Dio..Non c'è dialogo senza ascolto... Marco Federico



Ilaria Arri , Rivoli (To), Italy
 domenica 17 gennaio 2010  19:15:36

cara Fiamma,vorrei darti ragione, e comprenderti. Infatti capisco molto le tue ragioni, ma proprio perché le capisco, penso che con tutto il rispetto verso gli ebrei, che é d'obbligo, bisogna comprendere anche la nostra paura e la reticenza del nostro Papa. Lui si é prodigato, attraverso i suoi sacerdoti e le sue suore, per nascondere gli ebrei.Spero che lo possa comprendere un giorno.Per il resto ti auguro tutto il bene, e tutta la serenità che possa avere all'inizio come alla fine di quest'anno.Un bacio, Ilaria.



mario coccia , genova italia
 domenica 17 gennaio 2010  16:35:32

bellissimo articolo che guarda caso coglie tutti i punti focali del discorso senza tralasciarne nessuno.complimenti Signora!e sempre l'amicizia e il comune sentire, o i comuni valori, tra Ebrei e Cristiani hanno prodotto grandi cose, quali l'attuale civiltà occidentale.ho vissuto in Israele per lavoro, ed ho sempre stimato moltissimo gli Ebrei, da loro ho imparato tantissimo.tremila anni di civiltà in più si sentono.a presto con altri Suoi articoli, ancora complimenti



Gloria Capuano , Roma Italia
 domenica 17 gennaio 2010  15:33:35

Vorrei darti ragione, ma non pensi che Pio XII con il grido cui fai giustamente cenno, non avrebbe potuto più salvare nessuno, non solo, ma avrebbe potuto dare la stura a dilatazioni mostruose della già madornale tragedia in corso?E' una obiezione banale?



steiner , italiana
 domenica 17 gennaio 2010  15:09:04

evidentemente differenze ci sono e non sono invisibili la storia a volte ha percorsi tortuosi altre maggiormente lineari ma di una cosa credo vada riconosciuta a questo Papa la capacità di entrare nel merito delle cose e nella loro praticità usando quale soluzione una semplicità che essendo tale lascia spiazzati molti dei fedeli del suo pontificato anche quelli che dovrebbero meglio sostenerlo ed è plausibile il sostenere che molte volte non è nemmeno ascoltato da quegli stati che si rifanno ad una storia di cattolicesimo.Si può pur criticare con i dovuti modi anche la chiesa ma si deve dare atto della lungimiranza e bontà e del ringraziare Iddio per avere tra noi questo Papa. Cordiali saluti



Carla Fadda Bacchini , Israele
 domenica 17 gennaio 2010  13:41:09

E' bastato vedere Ratzinger a Yad VaShem per capire che ha problemi con noi, come ebrei e come israeliani.Purtroppo la Chiesa di Roma e' fissata in posizioni che non cambieranno mai.Inutile quindi la visita al Tempio di Roma, che credo offendera' molta gente che non e' assolutamente d'accordo.Per fortuna abbiamo Israele, del quale siamo orgogliosi.



gianfranco pellegrini , milano
 domenica 17 gennaio 2010  12:17:24

Pio xii fu un Papa che nelle circostanze in cui si trovò non potè fare altro che quello che fece.Gli Alleati non si comportarono diversamente.Istaele è uno Stato e come tale intrattiene rapporti con il Vaticano per cui deve rispettare certe convenienze.Gli Ebrei italiani possono criticare liberamente il comportamento di chi vogliono, ma non possono entrare nelle libere scelte del Vaticano.Gianfranco Pellegrini



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