Al rogo le bandiere sventolate per Clinton Una giornata di rabbia nel la Palestina di Arafat
venerdì 18 dicembre 1998 La Stampa 0 commenti
BETLEMME. Presidente Clinton, benvenuto in Palestina. Uno
striscione rimasto appeso dalla visita a Betlemme di tre giorni fa,
sembra un accento sarcastico sulla manifestazione di protesta che
avanza verso il posto di blocco al limite dell'Autonomia
Palestinese. Sono soprattutto giovani del campo profughi di
Dehejshe. Sono furiosi, gridano con vera passione: maledicono
l'America e Israele, e bruciano le bandiere americane che pochi
giorni prima Arafat aveva fatto distribuire per sventolarle in
segno di accoglienza all'illustre ospite. Vanno in cenere insieme
con le bandiere d'Israele, e ristabiliscono quel nesso malefico che
raffigura tutto l'Occidente come un'unica emanazione del Male.
Arafat e i suoi uomini sono cauti, dai loro uffici condannano
l'attacco americano, chiedono la sua immediata cessazione. Ma sanno
che la piazza, a Ramallah come intorno a Betlemme, come del resto
in Giordania o in Siria, ribolle di ammirazione per Saddam e ha
dimenticato l'abbraccio di Clinton, di Hillary e di Chelsea. A El
Bireh ci sono stati scontri, un ragazzo è stato ucciso dai soldati.
Il cielo risplende azzurro su Dehejshe, lo sciopero di
solidarietà con Saddam sparge i bambini per le strade. Si
arrampicano sul monumento di cemento alla Palestina, alto tre
metri, che comprende anche Israele. Avanti e indietro dal posto di
blocco, l'ondata del campo profughi marcia davanti ai negozi di
mandarini e arance ammucchiati, sfiora le camionette della polizia
palestinese, volano le pietre verso i soldati israeliani, si scappa
indietro e si ricomincia. I più arrabbiati per l'attacco a Saddam
sono dei vecchi con la kefia: uno di loro scambia la cronista con
un'americana, e la maledice agitando il bastone: "Spero che Dio
adesso distrugga l'America e tutto l'Occidente, proprio come
Clinton uccide i bambini di Saddam". Un uomo appena più giovane,
che fa parte del Consiglio Nazionale Palestinese, spiega perché
tanta rabbia: "Siamo dalla parte di Saddam, perché è l'unico
grande leader che osa mettersi contro l'America, un Paese che non
ha coscienza e che ci odia in quanto arabi".
Lo dice calmo, offre anche un bicchiere di tè nell'ufficio della
sua organizzazione, se per caso facesse freddo. Ma perché
l'America non ha coscienza? E che cos'era allora l'abbraccio di
Clinton a Arafat, che cosa il suo evidente sostegno ad un prossimo
Stato palestinese? Come la si mette col fatto che Arafat era tanto
entusiasta di riceverlo? "Due bastardi! Due bugiardi!" ruggisce una
piccola folla di ragazzi un blue jeans e giubbotto striminzito. I
politici cercano di calare un velo su tanta irriverenza verso il
Raiss. "Abbiamo accolto Clinton con gentilezza e speranza": Abed
Hamid Faraji, un trentenne funzionario della struttura della nuova
Autonomia, dice: "Gli abbiamo detto welcome con tutto il cuore. E
non ha ottenuto niente per noi, niente per la pace, niente che ci
aiuti...". E l'aeroporto internazionale, e i milioni di dollari, e
le pressioni su Netanyahu? Di nuovo un ruggito dai giovani: "Tutte
balle da politici. Arafat può dire quel che vuole... Chiunque ha
il coraggio di mettersi contro l'America e contro Israele, che è
la stessa cosa, è nostro amico".
Fra i ragazzi ce n'è uno che si chiama Mohammed, ha 15 anni, è
alto con gli occhi brillanti e dolci e una piccola barbetta curata
sul mento: "Speriamo che Saddam spinga tutto il mondo arabo a
svegliarsi...". Svegliarsi per che cosa? "Per combattere! Non c'è
che combattere contro gli americani e Israele". Ma cos'è per te
Saddam Hussein? Non è tanto migliore Arafat? Non sarebbe meglio
che i palestinesi facessero uno Stato democratico, non pensi che a
Betlemme la vita potrebbe essere migliore di quella dei sudditi di
un dittatore crudele come Saddam? "Dittatore..." Mohammed ripete
con un sorriso sarcastico: "Quando è venuto Clinton anche da noi i
poliziotti palestinesi hanno portato via tanta gente... Le
elezioni, favole per bambini". La piccola folla dei suoi compagni
ruggisce di nuovo: "Saddam è il migliore... Gli americani uccisero
tutti gli indiani".
Fiamma Nirenstein