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Affitti vietati nelle colonie. E Airbnb boicotta Israele

mercoledì 21 novembre 2018 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 21 novembre 2015

Non si è mai visto che Airbnb, l'organizzazione che affitta in tutto camere e case ai turisti, si sia data pena di fare giustizia nel mondo, e abbia quindi messo fuori dalle sue liste gli appartamenti dei turchi a Cipro, o quelli dei marocchini in Sahara, o dei cinesi in Tibet, o dei russi in Crimea... Ovvero abbia cacciato virtualmente gli occupanti dalle aree di occupazione. Ma quanto a doppio standard Israele è l' obiettivo ideale di ogni persecuzione, lo insegnano da un'alta cattedra l'Unione Europea e l'ONU che prendono di mira con le loro risoluzioni quasi soltanto lo Stato Ebraico ignorando i grandi violatori dei diritti umani, gli assassini e i dittatori. Sulla loro scia sono stati messi fuori dal grande gestore dell'affitto facile circa 200 appartamenti che appartengono a cittadini di Israele in Giudea e Samaria. Airbnb, famosa per le sue politiche popolari (esaltate con un cambio di gestione nel 2016, dopo che si notò che era razzista, perchè cercava di evitare affittuari neri) ha seguito i grandi maestri: in un farraginoso documento di spiegazione chiama quella zona "the occupied West bank", allude a sicurezza, giustizia, pace, sofferenza... Confacendosi in questo modo alla narrativa dei palestinesi, dato che per la definizione legale internazionale si tratta invece di "territori disputati", e ficcandosi nella zuppa antisemita del BDS, ovvero nel movimento per il boicottaggio di Israele, proibita, per esempio, da 25 su 50 Stati americani. I ministeri della Giustizia e del Turismo israeliano preparano la loro risposta.

Gli appartamenti degli ebrei non piacciono a Airbnb, che ha pensato alla mossa solo pochi giorni prima una NGO famosa per i suoi pregiudizi anti-israeliani, Human Rights Watch, pubblicasse il suo "report" sulle attività che svolge nell'West Bank: Airvind Gamesan, direttore dei diritti umani si è molto vantato della bella mossa di aver messo in difficoltà duecento famiglie che affittano stanze, mentre si è augurato che molte altre attività vengano bloccate. Saeb Erakat, cosiddetto negoziatore, in realtà rabbioso negatore di ogni diritto di esistenza di Israele, ha ringraziato per la condanna a quella che definisce "un'attività coloniale".

Mai ha detto una parola sull'Iran o gli Hezbollah in Siria!  Chiede dunque di boicottare sempre di più, sempre meglio, tutto e tutti,  e sa bene che il BDS boicotta Israele nel suo insieme, e i territori sono solo una scusa. E non importa se il BDS è stato smascherato per un movimento legato ai più rapidi gruppi antisemiti e di finanziamento del terrorismo. Lo sa certo anche l'accorto Airbnb. Ovviamente, Airbnb nello spiegare con un documento farraginoso la sua posizione garantisce che lo fa per spingere avanti  una pace "duratura", vuole"una cornice per risolvere questo conflitto e un sentiero chiaro che indichi il cammino". Ma se si guarda bene in questa cornice si vede la foto di Arafat, quella di Abu Mazen e forse anche quella del capo di Hamas, Sinwar. Si vedono i libri di testo delle scuole palestinesi che insegnano a odiare gli ebrei, passano in cielo i missili di Hamas, si leggono le dichiarazione di Abu Mazen che rifiuta ogni trattativa. Un boicottaggio di questo genere spinge a scegliere il vecchio caro albergo, anche solo 3 stelle, abbandonando la stanza in affitto.

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Andrea Ciprandi , Buenos Aires
 mercoledì 28 novembre 2018  17:07:42

Mi sono preso un po’ di tempo prima di commentare questo articolo.Conoscendo varie persone che affittano camere per conto di AirBnB, ho voluto infatti chiedere loro come si pongono di fronte alla recente discesa in campo politica di quest’azienda. E la risposta che ne ho avuto se da un lato mi ha addolorato dall’altro non mi ha per nulla sorpreso.Vivo a Buenos Aires, e l’Argentina è un paese in cui non ci si è mai risparmiati in quanto a reclamo dei diritti basilari dell’uomo. I miei conoscenti oltretutto fanno parte dei milioni che si sono mobilitati in occasione di marce oceaniche in nome per esempio della difesa del popolo mapuche, del diritto all’aborto e del riconoscimento della comunità LGBT, ma anche del diritto ad eque condizioni lavorative per tutte le categorie. E alcuni di loro proprio in questo momento stanno facendo volontariato in piccole comunità del Centro America evidentemente sentendo la necessità di trascendere i confini nazionali considerandosi paladini di una solidarietà planetaria.Ecco però che nel momento in cui gli si offre la possibilità di tutelare anche alcuni diritti degli israeliani, perché ricavare introiti da un’attività lecita è anch’esso un diritto, non pensano minimamente di abbandonare AirBnB rinunciando ai loro, di introiti.E dire che Israele è forse lo stato più liberale al mondo, e se questa gente vivesse lì invece che in Argentina potrebbe risparmiarsi ore ed ore in piazza perché i diritti che reclama, particolarismi a parte, in Israele sono già ampiamente garantiti. In quanto a coerenza peccano decisamente. Il loro atteggiamento a dir poco contraddittorio e da approfittatori risulta chiaro proprio in virtù della (presunta) militanza democratica che millantano, e se anche non sono dichiaratamente antisionisti o antigiudaici (israeliani sono anche cristiani, musulmani ecc) un danno a Israele lo producono ugualmente perché la causa che finiscono per abbracciare è quella di un’azienda che in



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