A Gerusalemme Est un guatemalteco accoltellato da arabi al mercato de lla Porta di Damasco Caccia al turista straniero in Israele Ucciso un inglese a Eilat, ferita la sua compagna
giovedì 14 agosto 1997 La Stampa 0 commenti
TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Brutto giorno per i turisti in Israele. Come
se fossimo in Egitto, o in qualche parte del Maghreb, sembra che la
spada dell'Islam, per caso o per decisione, si sia volta dai
residenti israeliani ai visitatori d'Israele che in questo periodo
sono moltitudini, spesso giovani e col sacco in spalla. Un episodio
è stato mortale e quasi certamente terroristico: si è svolto nelle
lande desolate del deserto del Negev vicino ad Eilat. L'altro ha
provocato solo un ferito leggero, un ebreo del Guatemala, si è
svolto a Gerusalemme e pare che abbia motivi di danaro. La prima
storia è stata scoperta verso le 2 del mattino da una pattuglia
militare che d'improvviso, a qualche chilometro dall'incrocio di
Tzihor, ha visto avvicinarsi una ragazza barcollante, coperta di
sangue.
sparato mi hanno sparato hanno raccontato i soldati. La ragazza è
la ventenne Charlotte Gibb, di nazionalità britannica. Tra i
singhiozzi, in stato confusionale, mentre i soldati tentavano di
calmarla, la ragazza, ormai accasciata in mezzo alle dune rosse di
quella parte del deserto detta Aravà , ha raccontato la fine del suo
compagno di viaggio, il ventiduenne Jeoffrey Hunter anche lui un
inglese del Surrey. Dopo la mezzanotte i due giovani che erano
diretti al Nord, al lago di Tiberiade, hanno intrapreso il loro
viaggio in autostop. Li ha caricati su una piccola macchina beige un
cinquantenne misterioso, che la ragazza non sa dire se fosse arabo o
israeliano, ma pensa fosse un ebreo. Hanno scambiato qualche parola
in ebraico, lingua che il giovane Jeoffrey masticava appena. Lungo la
strada nel mezzo del deserto dopo pochi chilometri l'uomo, che può
anche aver pensato di aver caricato due israeliani (questa è una
delle ipotesi della polizia), si è fermato all'incrocio ed è sceso
racconta la ragazza. Con lui sono scesi
anche i passeggeri occasionali. E qui è avvenuto l'impensabile:
senza preavviso, senza una parola, l'uomo ha tirato fuori una pistola
e ha crivellato di colpi il ragazzo. La giovane donna, in preda al
terrore, quando ha visto il compagno accasciarsi per terra si è
messa a correre verso il buio del deserto. L'uomo le ha sparato
dietro alcuni colpi, raggiungendola di striscio: le ferite sono
leggere.
rianimarla, racconta Gai, uno dei poliziotti,
pochi chilometri c'era un morto, abbiamo visto sfrecciare una piccola
macchina beige. Era quella che ora viene identificata come una
Citroen del 1988, un'automobile che secondo informazioni per ora non
confermate apparterrebbe ad un arabo israeliano residente nella
Galilea. Ma è solo un'ipotesi: quello che è certo è che appena
capito di che cosa si trattava, i poliziotti si sono precipitati
all'incrocio del delitto dove ormai Jeoffrey era spirato. Da
Beersheba, da Mitzpei Ramon e da Eilat subito sono corse numerose
pattuglie che hanno messo la strada in stato di assedio, mentre la
ragazza veniva trasportata in ambulanza all'ospedale di Soroka, a
Beersheba. Quando i soldati hanno visto la macchina beige non avevano
ancora idea di che cosa fosse accaduto, e non hanno neppure pensato
di fermarla. L'assassino così ha fatto in tempo a sparire, tornando,
almeno per il primo tratto di strada, nella stessa direzione da cui
era venuto: verso Eilat, ovvero verso il confine con l'Egitto, a
Taba, sul bordo del deserto del Sinai. È là che in queste ore si
immagina che sia andato a rifugiarsi. Ma sempre più si fa forte la
sensazione che si sia trattato di un atto di terrorismo. Il secondo
episodio è impressionante solo perché la coincidenza vuole che due
diversi attacchi a turisti siano stati sferrati nello stesso giorno.
Chi conosce Gerusalemme sa che la porta di Damasco a Gerusalemme Est
è il più vivo e il più colorato di tutti gli ingressi della città
vecchia: qui il turista guatemalteco, di cui ancora non si sa il
nome, è passato come ogni altro direttamente nella parta araba, nel
mercato di oggetti, di vetri, di cibi esotici e di vestiti ricamati.
È qui che ha litigato, per affari pare non puliti, con due arabi, di
cui uno l'ha poi colpito con un coltello per fortuna in maniera
lieve. La ragione criminale dell'aggressione diminuisce il sospetto
che si sia di fronte ad attacchi a turisti pianificati, per diventare
una forma di lotta dei palestinesi. La strategia di colpire i turisti
in genere è stata messa in atto nei Paesi musulmani dalle parti più
integraliste dell'estremismo politico locale per condannare i costumi
occidentali ritenuti devastanti per la morale islamica; o anche per
sottolineare che è il mondo esterno quello che ha portato la
corruzione che consente agli attuali odiati regimi di governare. Qui,
non sembra questo il caso. Sia per l'episodio della porta di Damasco
che per quello terribile del deserto dell'Aravà , si può invece
immaginare che gli assalitori abbiano scambiato forse i turisti per
israeliani, e quindi abbiano colpito. Fiamma Nirenstein
